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Medici, nuovi scioperi in arrivo: promesse non mantenute

Sanità pubblica Redazione DottNet | 05/12/2018 19:59

Al centro del contenzioso c'è il rinnovo del contratto, fermo da dieci anni, per cui il ministro Grillo ha affermato recentemente di aver trovato le coperture

Nonostante le aperture ripetute da parte del ministro Grillo, medici e veterinari sono ancora sul piede di guerra. Dopo lo sciopero dello scorso 23 novembre, ha annunciato un comunicato del coordinamento dei sindacati, potrebbero arrivarne altri, dovuti allo stallo nelle trattative.  "Lo sciopero unitario dei Medici, Veterinari e Dirigenti sanitari del 23 novembre ha registrato una partecipazione senza precedenti - sottolinea la nota - una ribalta mediatica eccezionale, un correre di Ministri e Regioni al capezzale della sanità pubblica. Con promesse ed impegni che, però, stentano a tradursi in fatti. 'The day after' è, infatti, una pagina vuota, ancora da scrivere, e le richieste delle Organizzazioni sindacali della dirigenza medica e sanitaria appaiono perse nei meandri della burocrazia".

Al centro del contenzioso c'è il rinnovo del contratto, fermo da dieci anni, per cui il ministro Grillo ha affermato recentemente di aver trovato le coperture. "La discussione della Legge di Bilancio, e dei provvedimenti collegati, procede senza che si intraveda il mantenimento degli impegni assunti con i medici, ed i cittadini, fin dal contratto di governo, un testo sacro per tutto ma non per il capitolo salute - rincara l'intersindacale, che riunisce i rappresentanti di tutte le categorie, dai dirigenti medici ai veterinari -. In compenso, prova a destrutturare lo stato giuridico dei professionisti del Servizio sanitario nazionale, aprendo ai contratti privati con medici senza specializzazione e pensionati. Un inaccettabile processo di precarizzazione di ritorno, l'assunzione da parte di Regioni ed aziende di un ruolo di nuovo caporalato, che chiama al lavoro chi vuole ed al costo che vuole".  L'agitazione chiama in causa anche le Regioni.

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"Continuare il gioco del cerino tra le istituzioni, vuol dire che le Regioni, con la complicità del Governo, non hanno alcuna intenzione di rinnovare il contratto della dirigenza sanitaria, se non a condizioni che legittimino il saccheggio dei fondi contrattuali, e di onorare gli obblighi datoriali, se non nella logica dei padroni delle ferriere, giocando sulla pelle dei cittadini e dei medici, visto che i disagi non li sopportano certo gli assessori. Da parte nostra - concludono i medici, annunciando la possibilità di nuovi scioperi 'più incisivi' nelle prossime settimane - rifiutiamo ogni ipotesi di scambio al massimo ribasso".

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